Sport / Acidosi lattica

UN PROBLEMA CHE PUÒ RIDURRE LA PERFORMANCE

L’acidosi lattica muscolare, ben distante dall’essere la causa di quei dolori muscolari che percepiamo per giorni dopo un allenamento particolarmente intenso o cui non siamo assuefatti, è comunque un problema per l’atleta che vede ridursi le sue performance in termini di resistenza e di forza.

Il tessuto muscolare si contrae grazie all’azione continua di enzimi che provocano lo scorrimento delle fibre muscolari tra di loro (in particolare delle proteine che le compongono: miosina e actina) in una continua alternanza di contrazione e allungamento. Questi enzimi hanno come prima regola il fatto di funzionare a intervalli di temperature e pH (grado di acidità-alcalinità) ristretti e ben precisi: durante la contrattilità delle fibre si assiste dalla stesse ad un rilascio di ioni H+ i quali abbassano il pH dell’ambiente muscolare acidificandolo e questo causa l’inattivazione degli enzimi e, di conseguenza, delle fibre muscolari. 

Normalmente un muscolo ha un pH di 7,4 ma è sufficiente portarlo a 7/6,8 per vedere il muscolo bloccarsi. In tal caso l’attività muscolare sarà impedita fino a quando il circolo sanguigno avrà allontanato l’eccesso di ioni H+ e riportato quindi il pH locale a 7,4 (pochi minuti).

Il sangue deposita poi, momentaneamente, questi acidi in tessuti non attivi in attesa di poterli neutralizzare e smaltire. Ecco che diventa fondamentale per uno sportivo avere una “scorta” di alcali e mantenere i tessuti deacidificati in modo che siano sempre pronti ad accogliere e neutralizzare nel più breve tempo possibile gli acidi provenienti dai muscoli all’opera.