
BOSWELLIA SERRATA ROXB.
L'incenso ad azione antinfiammatoria
La boswellia è un genere che annovera diverse specie in grado di fornire resine aromatiche conosciute con il nome di incenso, nome che deriva dal latino arcaico incensum, ovvero acceso, infuocato, poiché già anticamente veniva bruciato durante i riti propiziatori.
L'incenso propriamente detto è definito anche Frankincense, cioè incenso franco (schietto, vero), per distinguerlo dalle altre sostanze resinose balsamiche che anticamente erano bruciate per scopi rituali o igienici, come la mirra. L'essudato resinoso che si ricava dalla Boswellia serrata (sinonimi B. glabra e B. thurifera) è quello che si ritiene maggiormente dotato di proprietà officinali ed è spesso usato nelle preparazione mediciali e farmaceutiche sia della medicina popolare che di quella tradizionale.
Originaria dell'India e del Pakistan, la Boswellia serrata è un albero di medie dimensioni che solitamente non supera i 4-6 metri di altezza, con una chioma ampia e un grosso tronco molto ramificato, dalla corteccia color cenere, che si sfalda in sottili scaglie di aspetto cartaceo.
Contrariamente a quanto siamo abituati, la Boswellia va in quiescenza nel periodo più caldo, perdendo le foglie come succede per le caducifoglie nei nostri climi. Questo comportamento viene detto estivazione. I piccoli fiori profumati color bianco-crema sono riuniti in infiorescenze a grappolo dette racemi; il frutto è una piccola drupa trìgona contenente tre semi cuoriformi.
Tra le proprietà medicinali della Boswellia serrata sono molto note quelle orientate sull'attività antinfiammatoria, in particolare sulle patologie riguardanti l'apparato osteoarticolare.
L’oleoresina di Boswellia serrata è una miscela di oli essenziali e resine. La frazione resinosa è composta principalmente da triterpeni e costituisce circa il 55% della droga. Essa è rappresentata da una miscela di triterpeni pentaciclici derivati dall’acido boswellico e ac.triterpeni tetra ciclici, beta-sistosterolo e alcuni flofabeni. Sono presenti piccole quantità di oli essenziali. I terpeni originano dalla condensazione di molecole d’isoprene a partire dall’acido mevalonico, un metabolita secondario della fotosintesi. In relazione al numero di molecole intere di isoprene coinvolte nella sintesi, i terpeni si differenziano in base al numero di atomi di carbonio presenti nella molecola finale:
— Monoterpeni C10 > (oli essenziali);
— Sesquiterpeni C15 > (oli essenziali);
— Diterpeni C20 > (gibberelline, resine);
— Triterpeni C30 > (acido b-boswellico, glicirrizina, escina, acido madecassico);
— Tetraterpeni C40 > (carotenoidi).
Gli acidi boswellici sono considerati i principali costituenti attivi della Boswellia, la forma chimica predominante è rappresentata dalla forma beta. Il composto più attivo della miscela terpenica è l’acido 11-cheto-beta-boswellico, noto anche come AKBA. Gli estratti attualmente disponibili sono titolati in ac. boswellici con percentuali comprese tra il 35 e il 65%, e quelli più attivi sono quelli con la più alta titolazione in AKBA.
L’acido 11-cheto-beta-boswellico agisce inibendo selettivamente un enzima, la lipossigenasi, impedendo con ciò la sintesi dei leucotrieni, cioè i mediatori chimici che inducono il processo infiammatorio sia acuto, sia cronico, in diverse patologie infiammatorie. Inoltre, gli acidi boswellici blocchino la migrazione verso il luogo dell'infiammazione di un tipo specifico di globuli bianchi, che nella zona infiammata producono l'elastasi, l'enzima proteolitico responsabile della distruzione del collagene, e quindi dei tessuti coinvolti nel processo infiammatorio; mancando l'elastasi, si conserva l'integrità del collagene e si evita il deterioramento delle strutture articolari (cartilagini, legamenti, tendini) con una globale prevenzione della degenerazione articolare.
La Boswellia serrata trova inoltre indicazione in alcuni disturbi dell'apparato respiratorio, e come coadiuvante nelle malattie infiammatorie dell'intestino.
Vi è anche un uso cosmetico della Boswellia serrata, che risulta benefica per la pelle impura o seborroica, e per lenire gli arrossamenti delle pelli particolarmente sensibili. Tutte le azioni degli acidi boswellici, in particolare quella antiinfimatoria, vengono condotte in totale assenza di effetti collaterali.
Il blocco della cascata dei Leucotrieni infatti, a differenza di quelle delle prostaglandine tipica dei FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei, esempio l’Aulin). Questo fa si che l’azione della Boswellia non sia gastrolesia e possa essere protratta per lungo tempo.
Gli antinfiammatori di sintesi, infatti, agiscono bloccando la produzione delle prostaglandine, le sostanze responsabili del dolore e dell'infiammazione; ma, poiché queste sostanze hanno anche una funzione positiva, come la secrezione del muco gastrico che protegge la mucosa dello stomaco, l'azione antinfiammatoria si accompagna ad una marcata gastrolesività (gastrite, ulcera), cosa che non avviene per gli acidi boswellici, che non agiscono sulla sintesi delle prostaglandine.
Sembra anzi che la Boswellia serrata eserciti un'azione protettiva nei confronti dell'ulcera e dei farmaci gastrolesivi. Pertanto, le attività antinfiammatorie degli acidi boswellici possono essere così riassunte:
— inibizione sintesi leucotrieni per azione specifica sulla 5-lipossigenasi;
— inibizione dell’HLE (elastasi leucocitaria umana);
— inibizione TNF-a e interleuchina (limitazione chemiotassi leucociti PMN.);
— attività analgesica (inibizione LTC4, LTB4, TNF, IL-1).
Per tutte queste considerazioni si trovano in commercio numerosi prodotti configurati come integratori alimentari. A fronte di un qualche beneficio però è necessario badare con estrema attenzione al titolo degli acidi boswellici, ovvero non alla quantità totale di estratto, ma alla quantità del principio attivo, gli acidi suddetti. In questo caso è bene rimanere almeno intorno al 65% di titolazione.