INGREDIENTI / Vitamina D3

GENERALITÀ

Quando si parla di Vitamina D, si intende l’insieme dei metaboliti che svolgono l’attività del calciferolo. Essa può essere assunta con la dieta nella forma D2 (Ergocalciferolo di provenienza vegetale) e D3 (Colecalciferolo di provenienza animale) o più comunemente prodotta dalla Provitamina, sintetizzata dall’organismo a partire colesterolo che viene trasfomato in colecalciferolo (vit D3) dai raggi UVB nella cute. Sia la forma D3 che la D2 necessitano di un’attivazione nel fegato e nei reni. Un'adeguata esposizione al sole riduce quindi il fabbisogno di vitamina D.

Il calcifediolo (25(OH)D3), oltre ad avere funzione ben definite e determinanti nel mantenimento dell’omeostasi ossea, rappresenta la riserva vitaminica D dell’organismo e a seconda delle necessità dell’organismo viene trasformata nei suoi metaboliti. 


FUNZIONI

La Vitamina D svolge un’importante ruolo nella formazione e nel rafforzamento delle ossa e del sistema immunitario.


Il suo ruolo nel mantenimento dell’omeostasi ossea si esplica attraverso l’azione della forma attiva 1,25-(OH)2D3 che favorisce:

  • l’assorbimento del Calcio nell’intestino;

  • il riassorbimento di Calcio e Fosforo da parte del tubulo contorto prossimale;

  • la deposizione del calcio a livello del tessuto osseo;

  • mobilitazione del calcio dalle ossa.


CARENZE

Attraverso un’analisi del sangue è possibile valutare eventuali carenze di vitamina D: per valutare lo status vitaminico si effettua il dosaggio del metabolica 25(OH)D3. Il range ottimale per la salute è tra 30 e 50 ng/ml. Una quantità di vitamina D tra 80 e 100 ng/ml è importante anche per patologie cardiache.

Uno stato di ipervitaminosi (eccesso di vitamina D) è molto raro e può determinare un aumento dell’assorbimento intestinale e riassorbimento osseo del calcio, ipercalcemia, con conseguente diminuzione del PTH sierico (vedi calcio e osteoporosi). In questa condizione di perdita di omeostasi calcica si possono manifestare nausea, diarrea, ipercalcemia ed ipercalciuria.

Bassi livelli di vitamina D potrebbero portare ad una maggiore incidenza di malattie autoimmuni, come l'artrite reumatoide, il Lupus e il diabete di tipo 1. La carenza di vitamina D infatti potrebbe ostacolare il buon funzionamento del sistema immunitario portando alla comparsa di malattie legate ad esso. Inoltre chi ha livelli bassi di vitamina D ha un rischio maggiore di sviluppare coronaropatie e Alzheimer. Interessante anche la correlazione tra livelli di vitamina D3 bassi e stati depressivi. La vitamina D, infatti, stimola la produzione di serotonina, l'ormone della felicità.

É molto difficile che si possa arrivare ad uno stato di eccessiva assunzione di calciferolo con la dieta, è invece possibile un’intossicazione a seguito di somministrazioni in bolo di alti dosaggi di vitamina D a scopo terapeutico.

Il fabbisogno di vitamina D giornaliero varia in funzione dell'età e dalle condizioni di vita come per esempio esposizione ai raggi solari e alimentazione.

La carenza di vitamina D è particolarmente frequente in Italia, specie negli anziani e nei mesi invernali: si è stimato che il 76% delle donne italiane sopra i 70 anni presenta livelli ematici di 25(OH)D inferiori a 10 ng/ml alla fine dell'inverno. Il problema dell'inadeguato apporto di vitamina D non è esclusivo appannaggio degli anziani: l'insufficienza di vitamina D interessa anche circa il 50% dei giovani, almeno nei mesi invernali.

Le più recenti Linee Guida su prevenzione e trattamento dell'ipovitaminosi D evidenziano che il fabbisogno di vitamina D3 varia da 1500 UI/die (adulti sani) a 2300 UI/die (anziani). L'esposizione solare, in terrmini tanto di superficie corporea esposta quanto di tempo di irradiazione, si riduce con l'avanzare dell'età, così pure l'efficacia della cute anziana nel produrre vitamina D. L'alimentazione in Italia fornisce in media circa 300 UI/die, per cui quando l'esposizione solare è virtualmente assente debbono essere garantiti supplementi per 1200-2000 UI/die.

La supplementazione quotidiana di Vitamina D3 rappresenta l'integrazione fisiologicamente ideale: la somministrazione settimanale o mensile deve essere una seconda scelta, atta a consentire l'adesione alla terapia.


FONTI

Tra gli alimenti più ricchi di Vitamina D ricordiamo:

Alimento

UI/100g

olio di fegato di merluzzo

8400

aringa 

1200

salmone

6800

tonno fresco e sott'olio

652-200

pesce spada

440

acciughe

440

funghi porcini

124

latte

120

uova

68